martedì 31 gennaio 2012

settembre2008


domenica, 28 settembre 2008

c' è nessuno ?

(solo me ne vo’ per la città…)

Sarà capitato anche a voi (di avere una musica in testa, sentire una specie d’ orchestra …) di avere la sensazione di” viaggiare a una velocità diversa” dagli altri, cioè di occuparvi di una determinata cosa in collaborazione con altre persone ma di trovarvi in difficoltà perché non percepite da parte di queste altre persone l’ entusiasmo e la voglia di fare che avete voi, perche succedono cose tipo: e-mail piene di proposte e interrogativi che non ricevono risposte,  riunioni rimandare e/o poco partecipate, vi muovete in una direzione mentre gli altri non ne prendono un'altra stanno proprio fermi, …
A me capita e sarei curioso di conoscere che metodi usate per affrontare queste situazioni.
Nel mentre che attendo istruzioni me ne sto qua in questo posto che un tempo orgogliosamente si tingeva di vermiglie bandiere e ora si trova a ospitare certi camiciaverde vestiti che bivaccano, gozzovigliano e ormai la fanno da padroni.
Che poi a me i leghisti se si limitassero a perorare la causa dell' appartenza a un determinato territorio (se pur piccolo) alla sua lingua/dialetto, alla sua cultura e alla sua tradizione mi starebbero anche simpatici, peccato che lo facciano (sempre se lo fanno che a volte c' ho anche quel dubbio) nel modo più sbagliato possibile rifiutando e respingendo chi di quel territorio non fa parte.
In fondo è un po' come avere una bella casa e non voler ospitare mai nessuno.


martedì, 23 settembre 2008

indossai

(nicht gestraft, sondern gereinigt fülh ich mich!)


Credo che il modo migliore per ascoltare la musica, in particolare quella che usufruisce di un’ orchestrazione di stampo classico sia quella di ascoltarla a occhi chiusi, questo per estraniarsi il più possibile da ogni distrazione che nel momento circonda e per immergersi in un mondo immaginifico da abbinare a parole e musica.
Il nuovo cd, di Alessandro Grazian dal titoloIndossai (Trovarobato) è uno di quei casi che si adattano perfettamente a questo modo di ascoltare la musica, undici tracce con testi che trasudano poesia e musiche che sembrano costruite per farne uno di quei film-musical hollywoodiani di qualche decennio fa, alcuni brani come Diteci che siamo sani  o Fiaba Rossa sarebbero stati benissimo in bocca a un Dick Van Dyke disneyano con tanto di comparse danzanti a fare il coro.
Altra cosa che risalta è l’ europeità che permea tutto il lavoro, riferimenti al continente Europa come si poteva intendere tanti anni fa.
Tra i vari brani c’è da segnalare la cover di una canzone (o per dir meglio il suo incipit) diUmberto Bindi, quella E’ vero che qui da una bella continuità alla precedente canzoneBallata; ci sono poi altre occasioni in cuiAlessandro Grazian sembra fare un po’ la stessa operazione con alcune delle sue composizioni già presenti nell’ ep che ha fatto da preludio a Indossai e di cui ritroviamo qui il brano Soffio di nero un brano che fa da trait d’ union col precedente cd Caduto.
Altre canzoni da segnalare sono: A San Pietroburgo in cui la voce recitante di Emidio Clementi è quell’ ingrediente in più per far congelare la pelle al pensiero dell’ inverno russo, Sainte Epine brano ispirato da un poesia di Aragan e cantato in francese che non è una scelta dettata da convenienza commerciale il cantare brani in altre lingue diverse dall’ inglese o dallo spagnolo da movida estiva…, Chiasso in cui esce fuori, più che in altre tracce, quell’ anima rock che in Cadutoera stata completamente tenuta segreta e infine quell’ Indossai, quasi un minimanifesto da pensiero nonviolento, che da il titolo a tutta l’opera.
Il merito della buona riuscita di questo secondo cd va dato in massima parte alle capacità compositive di Alessandro Grazian ma vanno anche segnalati i contributi dei musicisti che hanno preso parte alla realizzazione del cd in particolare quell’ Enrico Gabrielli (spesso agli arrangiamenti) la cui poliedricità ne fa uno degli strumentisti più richiesti della musica indipendente italiana.
Può darsi che Indossai possa apparire un disco fuori tempo massimo e poi c’è quell’ abitudine di Grazian a piazzare qua e là termini non di uso comune che costringe l’ascoltatore a prendere in mano il vocabolario o l’ enciclopedia per cercarne il significato (per fortuna lo stesso Alessandro viene incontro quando nel libretto che accompagna il cd spiega cos’ è quello sfortunato tilacino citato inAcqua), ma probabilmente è questa sua maniera di attingere alla tradizione classica e romantica, la genialata che fa di Alessandro Grazian il migliore songwriter italiano dell’ ultima generazione alla pari (nella diversità dei punti sensibili che vanno a colpire con le loro canzoni, l’ uno diretto al “cuore” l’altro alla “pancia”) di Vasco Brondi.
sabato, 20 settembre 2008

ah ! ecco...

(c’ è crisi dappertutto, dappertutto c’ è crisi)
Mentre la crisi dell’ Alitalia decolla, ops, forse ho usato un verbo non idoneo alla situazione..., che poi mi chiedo, per caso non sarà più possibile volare? non ci saranno più aerei? no? si potrà viaggiare ancora con altre compagnie aeree di diverse nazionalità? com’ è possibile fare già da ora e da diverso tempo? e allora chi se ne frega di un Alitalia per forza italiana !
Piuttosto mi premono di più le crisi a me più vicine che all’ universo mondo fregheranno meno di un capello di bambola, ma ocio! che come dice il detto il battito d’ali di una farfalla qua provoca un uragano là (più o meno circa).
Beh queste crisi paiono essersi incanalate su strade che le stanno portando a una soluzione, positiva per altro.
Certo è stato necessario lavorarci duro così che sono saltate fuori o le peggiori “merde” (soprattutto riguardo a una crisi che mi trova solo spettatore ma molto interessato) oppure sono emersi una serie di bug che solo il parlarsi a viva voce e con l’ ausilio di strumentazioni idonee ha permesso di scoprire( là dove ho mosso maggiormente le acque).
Ora l’augurio è che tutto trovi la sua soluzione e soprattutto la sua evoluzione perché ogni crisi che si risolve non lo fa tornando alla situazione precedente ma andando verso un nuovo corso delle cose.

postato da: kktilnovello alle ore 15:35 | link | commenti 
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domenica, 14 settembre 2008

september mood

(l' estate sta finendo)
-Dopo il post sul Frogstock le visite su questo blog sono aumentate, non che si siano raggiunti numeri da blogvip ma intanto in questi primi 15 giorni di settembre ho ricevuto più visite di quelle che normalmente ricevo al mese…c’ è da dire che il trend in ascesa ha avuto inizio dal post dedicato a VxL…ma lì so che qualcuno ha fatto la spia (a proposito lo troverete anche sul sito di Voci per La Libertà nel supermega tra tante cose molto più interessanti)…La cosa che mi rende perplesso è che a quanto pare io sia l’ unico ad aver scritto di Frogstock e che nessuno tra i vari curiosi che sono giunti al mio blog digitando nei motori di ricerca parole inerenti abbia commentato…nemmeno gli organizzatori dai quali, non nego, mi sarebbe piaciuto sapere come la pensavano, purtroppo anche il sito ufficiale sembra non funzionare al meglio.
-L’unione musica e cibo si sa è una delle accoppiate che funzionano di più, circa come donne e motori, a Forlì c’ è stata un interessante iniziativa chiamata Mangia la Musica, in pratica nella piazza e nelle vie centrali era possibile passeggiare tra venditori ambulanti di cibo da passeggio (leccornie varie, crepes, frittimisti, focaccie, strudel, birre artigianali, vino e immancabili piadine) e musicisti di strada.
L’idea è stata sicuramente buona, anche se al venerdì (che era la prima serata…ma io potevo solo quella) qualche pecca l’ ha mostrata, alcuni venditori non ancora a pieno regime (i cibi per quanto siano semplici hanno bisogno dei propri tempi e dei propri riti per essere pronti da mangiare) e la musica (poca c’ è da aggiungere) non era tutta di buona qualità…se poi penso che uno dei gruppi migliori, cioè Dimondi era, sistemato in una zona completamente fuori da ogni traffico qualche dubbio sull’ organizzazione c’ è.
-Tutt’ altro impatto è stata Argillà, la mostra mercato delle ceramica che si è svolta a Faenza, credo si sia dimostrato un’ altra volta che la città manfreda è culturalmente parlando una piccola capitale, e il pieno di turisti e curiosi che nei 2 giorni ha passeggiato tra le centinaia di bancarelle provenienti da tutta Europa credo abbia fatto ricredere i numerosi (purtroppo) detrattori che si lamentavano dei disagi provocati alla circolazione dovuti all’ allestimento degli stand (molto intelligentemente sistemati a collegare tra loro il Museo Internazionale delle Ceramiche, il Palazzo delle Esposizioni e il centro) e chi spesso si lamenta di una città “dove non c’ è mai niente d fare”.
- Il 10 doveva essere la fine del mondo (ma dai, c’era qualcuno che ci credeva veramente ?) perchè al CERN di Ginevra partiva l’ esperimentone, nel tunnellone per trovare il bosone. Embè non è successo nulla di catastroficamente rilevabile…anche se è un po’ di tempo che io mi sento un buco nero dentro.
-Buco nero che espande la sua forza distruttiva quando mi imbatto in situazioni deleterie come quella di dover affrontare argomenti a cui tengo molto con chi, pur essendone coinvolto, dimostra di strafregarsene e adduce scuse improbabili cercando di rivoltare la frittata e non ammettendo il torto.
-Insana cosa andare al SANA recitava un antico detto, ma dopo l’ interruzione dell’ anno scorso dovuto a motivi che ora non rammento, quest’ anno ci sono tornato e ho trovato tutto molto ridimensionato, unica nota di merito l’ ottimo panino con fette di toscano e vari formaggi aromatizzati che un espositore vendeva ai visitatori.
-Capita che con certi carissimi Amici (a cui la vita dovrebbe molto più di quello che lui da a lei) ci si perda un po’ di vista e capita che per un motivo improvviso si trova l’ occasione di riincontrarsi, capita anche che l’ Amico tra una chiacchiera e l’altra ti parla di una cosa, tu prendi la notizia, la metabolizzi, la rumini benbene e poi dici “ma sì proviamoci!”
Così che nasce l’ idea di aprirmi un negozio online tramite Cafépress e logicamente non potevo che chiamarlo “Bottega dell’ Aldo mondo”.
Per ora sono soddisfatto perchè nonostante la mia difficoltà con l’ inglese credo di avercela fatta, ora si tratta di creare i design da abbinare ai prodotti (alcuni già visibili) ma certamente dovrò lavorarci ancora un po’…con la speranza che qualcuno prima o poi clicchi su buy.


 


postato da: kktilnovello alle ore 20:11 | link | commenti 
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giovedì, 04 settembre 2008

foto 120
postato da: kktilnovello alle ore 21:00 | link | commenti 
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lunedì, 01 settembre 2008

mi par d' udire un rospo

(service della gleba)
Frogstock: 1° giorno
Entro, il palco grande è completamente spoglio e già me ne stupisco, scopro poi che per le prime 2 sere tutto si svolge attorno al palco piccolo, mentre suona un gruppo probabilmente locale a cui non presto eccessiva attenzione, faccio un giro e vengo riconosciuto da una delle organizzatrici, chiacchieriamo un po’ e devo dire che è stato il momento più interessante della serata, utile per me a capire certi meccanismi e a provare a guardare le cose sotto un’ ottica diversa, anche se alla fine certe perplessità mi sono rimaste quando non aumentate.
Provo ad ascoltare i gruppi che si succedono sul palco: Le Charleston, 5 ragazze-rock che se non fosse per il fatto di essere tutte femmine e caruccie sarebbero assolutamente prescindibili, per quanto riguarda tecnica e soprattutto voce, a loro favore comunque gioca il fatto di cimentarsi con testi propri.
Viene il momento quindi del gruppo head-liner della serata: Le Kissexy,  tributo band dei Kiss (e qui il pensiero vola a una certa puntata dei Simpson, buahahaha...) in versione femminile, quando salgono sul parco con trucco d’ ordinanza si scopre che ci sono 2 intrusi, cioè due uomini che di sexy hanno veramente poco, le altre 3 (con qualche dubbio sulla batterista di cui non si vede nulla) sfoggiano indumenti che chissà come dovrebbero scuotere la libido, resta il fatto che un gruppo di tal fatta,  possa piacere esclusivamente a certi fans dei Kiss e io non essendo tra questi alla terza canzone esco.
Frogstock 2° giorno
La mia etica mi vieta di giudicare le cover/tributo band per i seguenti motivi: tutto è vincolato al fatto se piaccia o meno il genere e le canzoni proposte, la tecnica  è comunque peggiore di quella della band di riferimento e la non originalità non è mai un merito, per cui taccio sui gruppi esibitisi a Frogstock questa sera.
Frogstock 3° giorno
Au contraire il terzo giorno è risuscitato, un po’ perché il sabato escono un po’ tutti, e si è visto lo stand gastronomico contrariamente alle altre serate lavorare a ritmi serrati fino a tarda notte e un po’ perchè la scelta dei gruppi questa volta è stata di assoluta qualità.
I Sine Frontera hanno aperto  la serata con il loro folk allegro e impegnato, come loro ormai ci sono tanti gruppi, alcuni forse migliori, però fanno la loro porca figura.
I Natural Biskers, beh questi sono forse l’ unica band dell’ area faentina in grado di fare pubblico, forse non a caso è l’ unica capace di inserirsi stabilmente nel cartellone di sagre e feste varie.
I Modena City Ramblers, head liner della serata hanno chiuso degnamente e col botto una serata molto partecipata, certo fa un po’ effetto non ritrovar più Cisco e (sigh) il Gabibbo, senza dimenticare i vari Cottica, Morselli  e tutti quelli che hanno fatto parte della Grande Famiglia però la band funziona ancora bene e anzi soprattutto la voce femminile di Betty Vezzani colora certe canzoni di nuova poesia.
Frogstock 4° giorno
Praticamente si comincia già alla mattina, capita di essere in contatto col giornalista Donato Zoppo che viene da Benevento apposta per intervistare e seguire il concerto di Glenn Hughes ne consegue che buona parte della giornata è piacevolmente dedicata a chiacchiere su musica e progetti annessi.
L’interesse specifico per l’ esibizione di Hughes fa in modo che non si presti molta attenzione ai gruppi che lo precedono, ascoltarli a distanza e pensando ad altro non mi permette di giudicarli anche se qualcosa di decente mi è parso ci fosse.
Glenn Hughes, beh c’ è poco da dire, gran voce (ma grande proprio), gran presenza scenica, se si cercava la qualità questa volta la si è trovata.
Riflessioni
Frogstock a mio parere deve cambiare, è una questione economica ed è una questione culturale.
Finora c' è stata una scarsa strategia promozionale non è possibile che un festival con la storia di Frogstock dopo 15 anni sia così poco conosciuto e non parlo tra i comuni usufruitori di musica ma tra gli esperti del settore che in questi anni ho avuto modo di frequentare.
Deve scegliere una via di mezzo tra le cover/tributo band che culturalmente non valgono nulla (ed’ è importante fare cultura musicale) e il mainstream (sia esso storico o moda del momento) che porta costi eccessivi da cui non sempre è facile rientrare.
Si potrebbe pensare a un concorso per giovani band con testi e musiche proprie, succederebbe che: non bisogna perdere tempo a cercarle perchè sono loro a farsi conoscere, generalmente alle band che partecipano a un concorso non viene retribuito nulla in denaro, si avrebbe un maggior margine di scelta e conseguentemente la qualità s’ innalza, il brand circola per maggior tempo e in un’ area molto più vasta, la presenza di una giuria di esperti offre la possibilità che poi questi oltre che dei musicisti parlino e scrivano del festival dandogli ulteriore credibilità.
Alternativamente o contemporaneamente si dovrebbe dare visibilità ad artisti la cui qualità è decretata ma che la massa ancora non conosce e di roba in giro se ne trova, non si capisce come mai certi nomi (LLDCE, Canali, Zen Circus, TDO, Benvegnù, Ministri, Lombroso, TARM, Offlaga Disco Pax…per dirne solo alcuni) che circolano regolarmente e frequentemente i festival indipendenti a Frogstock non vengano presi in considerazione.
postato da: kktilnovello alle ore 13:37 | link | commenti 
categorie: musicafestivalriolo termefrogstock


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